Avvocato Brescia | Il reato di circonvenzione di persona incapace
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Il reato di circonvenzione di persona incapace

Cos’è il reato di circonvenzione di persona incapace?

Quando questo comportamento assume rilevanza penale? Sono tante le casistiche che si possono presentare: si pensi, ad esempio, al caso di un anziano affetto da demenza senile che viene circuito da chi per anni si è preso cura di lui e, approfittando della sua condizione di fragilità psichica, riesce ad ottenere cospicue somme di denaro facendosi intestare assegni a proprio nome.

Cosa fare? Cosa dice il Codice penale? Come viene punito il reato? Scopriamolo in questa guida legale.

Reato di circonvenzione di persona incapace: disciplina Codice Penale

L’articolo 643 Codice Penale disciplina il reato di circonvenzione di persona incapace: si tratta di un reato plurioffensivo.

Il reato di circonvenzione di incapace è un reato pensato per tutelare il patrimonio e l’autodeterminazione dei soggetti più fragili.

In altre parole, vi è un atto apparentemente esente da vizi, ma in effetti la volontà espressa dalla persona “fragile” è stata influenzata da un soggetto attivo o autore che, resosi conto della particolare vulnerabilità della vittima, ne abbia abusato attraverso un’attività induttiva esterna.

La disciplina codicistica (cfr. art. 643 cod. pen.) sanziona espressamente: «chiunque, per procurare a sé o ad altri un profitto, abusando dei bisogni, delle passioni o della inesperienza di una persona minore, ovvero abusando dello stato d’infermità o deficienza psichica di una persona, anche se non interdetta o inabilitata, la induce a compiere un atto, che importi qualsiasi effetto giuridico per lei o per altri dannoso».

La legge vuole tutelare i soggetti minori di età e coloro che, presentando deficienze psichiche, vengono aggirati da un soggetto che voglia trarre un qualche guadagno.

Dal tenore normativo ben si comprende che la disposizione del codice penale non tutela un’unica “res” giuridica, ma due:

  • la protezione del patrimonio della vittima, che può essere soggetto ad un rilevante impoverimento;
  • la c.d. “libertà di autodeterminazione” del soggetto più debole.

Ricordiamo che per “res” giuridica si intende un valore o un interesse, che l’ordinamento ritiene meritevole di protezione: integrità psico fisica di un soggetto, autodeterminazione di una persona, etc.

La giurisprudenza maggioritaria sostiene l’esclusiva procedibilità d’ufficio del reato in discorso, insistendo proprio sulla natura del bene giuridico tutelato dalla norma, rappresentato non solo dal patrimonio, ma anche e soprattutto dalla libertà di autodeterminazione della persona offesa. Discutibile, pertanto, l’applicabilità dell’art. 649 c.p. al reato in esame, pur compreso nel titolo dedicato ai “delitti contro il patrimonio”.

Chi commette il reato di circonvenzione di incapace è punito con la reclusione da due a sei anni e con un’ammenda che può partire da 206,00 euro e arrivare fino a 2.065,00 euro.

Reato di circonvenzione incapace: quando sussiste?

Quali sono condizioni necessarie per la sussistenza del reato di circonvenzione di persona incapace?

Esse sono rappresentate dall’esistenza di una “infermità” o dalla “deficienza psichica”, la cui conoscenza costituisce una premessa indispensabile.

L’infermità è un concetto generico che non coincide con quello di patologia mentale, ma include malattie che abbiano un riflesso sullo stato psichico di un individuo, pregiudicandone il funzionamento.

Quando si parla di “deficienza psichica” il Legislatore include nella nozione anche situazioni cliniche al di fuori della psico­patologia vera e propria, oltre alle condizioni psicopatologiche di grave entità.

Circonvenzione di incapaci: chi sono i soggetti passivi?

La normativa contenuta nel Codice Penale consente di individuare tre categorie di “incapaci”:

  • minorenni;
  • soggetti affetti da deficienza psichica, ovvero persone senza alcuna patologia mentale, ma dotate di estreme fragilità o debolezze, anche caratteriali (si pensi ai soggetti affetti da demenza senile);
  • soggetti infermi di mente, ovvero coloro che a causa di una patologia psichica non posseggono la piena capacità di intendere e volere (si pensi ad un soggetto interdetto o inabilitato).

Analizzando le tre diverse categorie di soggetti passivi (il minore, l’infermo psichico e il deficiente psichico), la Corte di Cassazione (cfr. Cassazione penale sez. IV, 30/03/2017, n. 24930) chiarisce che il reato di circonvenzione di persona incapace può essere configurato qualora si dimostri l’instaurazione di un rapporto squilibrato fra la vittima e l’autore.

Quest’ultimo, ovvero il soggetto attivo, deve avere la possibilità di manipolare la volontà della vittima a causa del fatto che sia incapace di opporre alcuna resistenza a causa della minore o della totale assenza della sua capacità critica.

Circonvenzione di persona incapace: in che cosa consiste?

Concludendo, sono quindi tre le condizioni che devono coesistere affinchè si possa realizzare la circonvenzione di un incapace:

  1. è necessario che il soggetto passivo si trovi in una delle predette condizioni (minore età, di infermità mentale o di deficienza psichica);
  2. l’abuso dello stato di incapacità in cui si trova il soggetto passivo: è necessario che l’autore del reato, essendo a conoscenza della condizione dell’incapace, se ne approfitti;
  3. l’induzione da parte del soggetto attivo a compiere un atto che causi alla vittima effetti giuridici dannosi. La Corte di Cassazione (cfr. Cassazione penale, Sent. n. 1419/2014) ha affermato che sono sufficienti indizi quali, ad esempio, la natura degli atti compiuti o il pregiudizio derivante. Il codice penale utilizza il termine «induzione» per sottolineare il fatto che la vittima deve conservare un livello minimo di autodeterminazione. Ad esempio, il tossicodipendente in crisi di astinenza è capace di decidere di concludere o meno un atto giuridico ma può essere indotto a compiere atti dannosi, pur di ottenere una dose di sostanza stupefacente.

 

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